Ci hanno umiliate e offese con questa bella baggianata del FertilityDay. Ci hanno offese dicendoci che abbiamo in fronte la data di scadenza come uno yogurt nel banco frigo del supermercato.
Ci hanno offese mettendoci davanti ad una clessidra,come se noi non avessimo dentro di noi la struggente sensazione dello scorrere incessante del tempo.
Io solo lo scorso anno ero una ragazza single con il desiderio di crearsi una famiglia e cercavo, senza accontentarmi del primo arrivato, l’uomo giusto con cui esaudire questo desiderio. Sentivo le lancette dell’orologio battere nella mia testa come un incessante promemoria della mia età .
Grazie al cielo poi però il karma,la fortuna sfacciata o qualche santo , dopo due anni di singletudine mi ha messo la mano sulla testa e mi ha fatto incontrare la persona giusta e,con mia enorme gioia abbiamo potuto esaudire il nostro desiderio di diventare genitori.
Una fortuna,ripeto, perché non tutti purtroppo possono decidere con facilità di mettere su famiglia .
Ognuno ha i suoi tempi ed è giusto così.
Perciò caro Ministro, faccia un passo indietro e pensi a quante persone ha ferito con la sua carissima campagna e si ricordi quando LEI ha avuto i suoi figli.
Ora però ,dimenticandoci le clessidre maledette,vorrei raccontarvi, per continuare il mio diario della gravidanza , del magico momento del parto.
Avete visto che ho usato la parola “magico” vicino a “parto”?
Sì perché tutte le ragazze/donne a cui chiedete informazioni quando siete in attesa vi rispondono così senza dire altro : “è un momento magico,poi appena lo vedi dimentichi tutto il dolore”
Omertà da parto,ecco come la chiamo io.
Sì mi sento di poter dire che si tratta di omertà perché a me NESSUNO e dico NESSUNO aveva detto NULLA su come sarebbero realmente andate le cose.
Nessuno mi ha mai detto cosa ha provato durante il parto e nessuno mi ha mai parlato degli innumerevoli ostacoli dell’allattamento.
Ma andiamo con ordine…
Vi ricordate quanto sognassi partorire prima del termine?!
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Ecco, sarà stata suggestione o gli astri del cielo ma, in barba alla luna, Orlando ha deciso di fare il suo debutto in società con 12 giorni di anticipo e con mia grande soddisfazione.
Dopo una capatina in ospedale il 6 settembre da cui ci hanno rimandati a casa dicendomi che quelle non erano doglie ma dolorini, mi sono fatta il travaglio quasi completamente a casa convinta che i dolori dovessero ancora arrivare cucinando e pulendo come Cenerentola prima del ballo.
Per fortuna il mio adorato e apprensivo compagno mi ha convinta a recarci in ospedale quando avevo una contrazione da un minuto ogni cinque minuti , perché nel giro di cinque ore,di cui 9 minuti soli di spinte, e’venuto al mondo l’uomo mignon che ha sconvolto ogni mia singola cellula rendendola completamente sua schiava d’amore e di vita.
Ho avuto un travaglio veloce e molto doloroso ma sono riuscita a farmi somministrare l’anestesia peridurale ,come avevo già deciso di fare, e sono convinta che ogni donna dovrebbe farla perché il parto si “sente” tutto ma i dolori sono talmente attenuati che anche tu come mamma ti “godi” il momento delle spinte e della nascita senza soffrire.
Ho avuto un bel po’ di punti ma sono uscita dalla sala parto in piedi con il mio compagno orgogliosissimo di fianco.
Sì perché ,in barba a nove mesi di : ” No io non entrerò mai in sala parto” , mi è stato accanto tutto il travaglio in ospedale e non ci ha pensato un secondo quando l’ostetrica lo ha chiamato per farlo assistere alla nascita di Orlando.
Gli ha fatto lui il primo bagnetto e non ci siamo trattenuti quando le lacrime di felicità ci hanno travolto e questa piccola immensa personcina ha fatto capolino nella nostra vita alle 00:09 del 7 Settembre 2016.
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Non sto a descrivere la gioia dei nonni perché vorrei fare un post dedicato a loro.
I “problemi” ,se così vogliamo chiamarli, per noi sono arrivati dopo.
Con l’allattamento.
Dopo un inizio molto positivo in cui Orlando sembrava mr. Ciuccia 2016, purtroppo abbiamo constatato che non si attaccava bene e mi ha fatto venire le carissime Ragadi.
Penso siano più dolorose del parto e mi ritrovavo in lacrime ad allattarlo di notte come un fantasma in piena crisi ormonale.
Stavo malissimo ed ero sempre super tesa quando dovevo attaccarlo al seno.
Ci hanno dimessi con prescrizione della aggiunta perché Orlando non cresceva molto e a casa le cose non sono migliorate molto perché il piccolo pupetto gradiva il biberon e non ne voleva sapere di attaccarsi al seno e fare fatica .
Io da un lato ero sollevata a causa dei dolori delle ragadi, ma dall’altra ho finito per avere un bell’inizio di mastite che ci ha costretti in ospedale un intero sabato tra dolori e somministrazioni di antibiotici.
Mi hanno chiesto più volte se volessi smettere di allattare e posso dire senza troppa vergogna che al momento,così stanca e dolorante, sono stata tentata di dire sì e smettere.
Però l’istinto materno ha avuto la meglio e ho deciso di provare a continuare e ora le cose si stanno piano piano assestando.
È’ un percorso lungo di conoscenza tra mamma e bambino però è ,a modo suo, emozionante e comunque unico.
Orlando cresce bene e non mi sento male o in colpa nel dire che prende anche il latte artificiale perché il mio non lo sfama completamente.
Ci tenevo a scrivere questo post perché sento troppe mamme ,magari al primo figlio, che si sentono in colpa da morire quando non allattano esclusivamente al seno o addirittura allattano con latte artificiale il proprio bambino.
Io ritengo che l’allattamento sia un regalo bellissimo che si può fare al proprio piccolo, ma che se le cose si fanno troppo complicate e la mamma deve soffrire a dismisura per poter allattare ,allora è meglio trovare una soluzione alternativa che renda tutti sereni e più rilassati.
Devo ringraziare lo staff di ostetriche dell’ospedale di Lodi perché con il loro sostegno ho trovato il coraggio di continuare a provare e allattare Orlando .
Dopo quasi un mese dalla sua nascita posso dire che non siamo tutte come Belen e che il nostro corpo ha bisogno davvero dei famosi 40 giorni per riprendersi completamente dal parto(linea a parte)
Posso dire che voglio assolutamente altri figli e che ho veramente un vago ricordo del travaglio e dei dolori , ma che ho un ricordo nitido e bellissimo del momento del parto,momento che invece mi terrorizzava .
Posso dire che non dimenticherò mai che il primo pensiero appena ho visto Orlando è’ stato “ah ma allora è lui?!” .
Posso dire che non ho pianto appena ho visto mio figlio anzi, penso di aver fatto il “sorriso Mentadent” più grande della mia vita.
Posso dire che nei giorni successivi bastava dirmi “ciao” per farmi commuovere e farmi scoppiare in un pianto a fontana (ringrazio tutti gli ormoni che hanno preso parte a questa fase).
Posso dire che non vedevo l’ora che ci dimettessero dall’ospedale ma che una volta arrivata a casa volevo tornare dalle infermiere di corsa.
Posso dire che non so più cosa voglia dire farsi una doccia in pace o una notte di sonno come Dio comanda.
Posso però anche dire che sono felice come non mai e che auguro a tutte le donne che lo desiderano di poter esaudire il loro desiderio di avere un bambino perché tutto e dico TUTTO cambia e cambia talmente in meglio che non ci sono parole adatte a spiegarlo.
E voi? Come avete vissuto il momento del parto? E come avete trovato il vostro equilibrio per l’allattamento?
Mi piacerebbe leggere le vostre storie nei commenti così da togliere questo velo di mistero da quello che io ritengo siano due delle cose più naturali al mondo.
A presto con un post sui viaggi con il bebè ! Sì perché non ci siamo risparmiati nemmeno questa!
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