Mio figlio ha pensato bene di nascere 12 giorni prima della data presunta facendo rivoluzionare, giustamente, una serie di piani e di impegni di lavoro del mio compagno.
Così ci siamo trovati a dover spostare un suo viaggio di lavoro successivamente al nostro rientro a casa dall’ospedale.
Alla domanda del mio compagno: “Cosa fate voi? State a casa?” La mia risposta è stata un deciso “NO, noi ti seguiamo”.

Non amo dormire in casa da sola, e’ una casa troppo grande e troppo piena di rumorini molesti e l’idea di trovarmici da sola con un nanetto di pochissimi giorni non mi allettava per niente, così pronti via, decisione presa: SI PARTE IN TRE!
Il secondo successivo è sorta una domanda pressante nella mia testa: “come farò a farlo dormire in 6 letti diversi in 8 giorni? Come farò a farlo sentire al sicuro in ambienti sempre diversi soprattutto la notte?”
Ero nel panico.
Non avevo idea di come fare.
Mi immaginavo nelle hall degli alberghi a cullare un pupo disorientato e urlante con un corredo di occhiaie che poteva far invidia alla collezione di borse di Victoria Beckham!
Allora ho iniziato a pensare ai mille stratagemmi che avrei potuto inventarmi.
Comprare una culla portatile era quello più semplice però non avevo la macchina per andare al negozio e non ero dell’idea di fare un acquisto di quel genere così presto anche perché un neonato dentro ad un lettino da viaggio adatto anche fino si tre anni non si sente comunque contenuto e protetto . Opzione uno :scartata.
Passo all’idea successiva: un pupazzetto che “sappia di me”.
Sì ok quello sì che ve lo consiglio perché almeno potete osare allontanarvi dalla stanza del bambino anche a casa facendogli pensare che siate lì vicino perché sente il vostro profumo, però non mi risolveva la questione del: si deve addormentare in braccio o in un lettino e se lo appoggio o lo sposto si accorge. Opzione due: attuata ma non risolutiva.
Così mi sono un pochino ingegnata e pensando a fasce varie,metodi di contenimento del neonato,braccia della mamma,abbraccio e altre teorie studiate in università o vissute in quei pochi giorni di Mammitudine mi si è accesa una lampadina: IL SACCO NANNA!!!!!!!
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Comprato tempo zero ho subito pensato potesse essere la soluzione a tutti i nostri mali  ed ora ora vi spiego come e perché .
La motivazione è una e una sola: il pargoletto,per quanto furbo, nel sacco nanna non si accorge degli spostamenti e pensa di essere sempre nello stesso posto .
Quindi abbiamo iniziato il nostro training per sacco.
Per farlo addormentare lo inserisco prima nel sacco nanna e poi gli do l’ultima poppata con conseguente suo addormentamento. Una volta sicura che dorma lo appoggio nella sua culletta e al risveglio per la poppata successiva non faccio altro che estrarlo dalla culla dentro al sacco e ripetere l’operazione.
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Sembra una banalità ma non dovrete più fare mosse da ninja per inserirlo tra le coperte senza che si svegli.
In viaggio ci ha aiutati da matti perché in ogni albergo/ casa/ braccia in cui abbia preso sonno, per lui era come a casa.
Ora, mio figlio ha reagito così e penso che non abbandoneremo mai il sacco nanna che utilizziamo anche nella carrozzina (ne ho ben 4 ora) .
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Non penso sia la soluzione ideale per tutti però vi consiglio di provare ! La spesa e’ minima e ,se funziona ,la resa è massima! In più non riescono a scoprirsi ! Altro punto a favore!
E voi? Come avete fatto a far dormire i vostri figli anche fuori casa senza spaesarli troppo? Raccontatecelo nei commenti!❤️

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