Dicembre è stato un mese talmente intenso e frenetico, tra le feste natalizie e il trasloco, che è stato impensabile sedermi a tavolino a scrivere il mio post mensile, soprattutto perché, a parte il tempo e la mancanza d’ispirazione, non sapevo neppure dove fosse il mio portatile! Il primo giorno nella nuova casa, proprio nel mezzo del subbuglio dello spostamento di mobili e scatoloni vari, dei traslocatori indaffarati, ecco arrivare  una signora sorridente con in mano una “apple pie”, una torta di mele tipica americana, ben confezionata, che cercava la padrona di casa per darle il benvenuto nel vicinato. E allora ecco che insieme alla signora, è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, l’idea per il mio nuovo articolo, questo che sto scrivendo. Se  per un qualsiasi americano  questo è certamente uno di quegli episodi che rientrano nella normalità, per un’americana nata e cresciuta in Italia come me, una romana in America, appunto, non proprio.  Sì perché, anche dopo diversi anni che vivo qui, lo stupore non mi ha di certo abbandonata.  Da quell’episodio  e da questo pensiero, è nata una riflessione. Molte volte, lo ammetto, mi sono sentita come parte di un film o di un telefilm americano, che prima invece guardavo da spettatrice. Ci sono vari elementi che mi ci hanno fatto pensare, diverse situazioni e ambienti.

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Non ho viaggiato molto da quando sono in territorio americano, ma ho visitato e vissuto luoghi famosi come New York City, Washington DC, Filadelfia, Princeton e Atlantic City, per dirne alcuni. Già il solo fatto di camminare per quelle vie, vedere università, musei, biblioteche, parchi che sono stati gli scenari in cui sono state ambientate scene che mi sono rimaste nel cuore, mi ha fatto sentire come se anche io ne avessi fatto un po’ parte. Non  ditemi che quella volta che avete camminato a Broadway o passeggiato in Central Park, o guardato la Statua della Libertà o il ponte di Brooklyn, non vi siete sentiti come in un film. No, non ditemelo perché non ci credo! Poi durante le festività natalizie soprattutto, vedere le piste di pattinaggio, passeggiare tutti coperti con una cioccolata calda tra le mani e alzare gli occhi e vedere la città piena di iconici grattacieli tutti illuminati, rende questa sensazione ancora più forte.  Vedere passare tutti quei taxi gialli quando sono in città mi fa sempre estraniare. E vogliamo parlare degli autobus della scuola, tutti gialli anche loro, così simbolici? Non chiedetemi perché, anche se ormai fanno parte della mia quotidianità, ai miei occhi sono ancora straordinari. Così come straordinarie sono le scuole, soprattutto l’ “high school”, il liceo, con tutti gli armadietti, le classi, le palestre e l’auditorium. Io personalmente non mi perdo un concerto del figlio di mio marito che è nel coro della scuola, non solo perché mi fa piacere andare, ma perché ogni volta è un’emozione!  Mi è capitato anche di partecipare come pubblico a una partita di football tra licei e devo dire che il richiamo a film come Grease , ad esempio, è stato forte!

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Vogliamo parlare del cibo? Forse le cose che mi fanno ancora effetto sono le bevande. Avete presente il gallone di latte, che nei film è sempre accanto alla scatola dei cereali? Ecco, seppure non manchi di certo neanche nel nostro frigorifero, è comunque un oggetto che ancora mi fa sorridere. I bicchieroni di caffè americano sono entrati prepotentemente nella mia routine: praticamente bevo solo caffè americano, a parte quando torno in Italia dove la tazzina di espresso nero è insostituibile. Il caffè americano non mi fa nessun effetto quando lo bevo io, ma mi fa tornare in mente le pellicole cinematografiche che ho visto con gusto, se qualcuno arriva tutto di fretta la mattina con in  mano il cartone contenente tre o quattro bibitoni di caffè. Anche fare il bucato alla lavanderia a gettoni devo dire che mi ha fatto un certo effetto. Festeggiare Halloween o Thanksgiving ha senza dubbio un impatto forte sull’immaginario: il richiamo ai film hollywoodiani è immediato.

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Più di tutto, quello che mi ha fatto davvero sentire in un film americano, sono stati il patriottismo che è uscito fortemente dalle bandiere a stelle e strisce che svolazzano ovunque, l’inno americano che  quando parte fa fermare tutto e tutti e i discorsi di orgoglio e grandezza che ho sentito pronunciare in più occasioni.

Vivere in America non è sempre così immediato per chi non c’è nato, certe volte ti fa chiedere: “È vero quello che vedo? L’ho già visto da qualche parte?”. Ho chiesto a diverse italiane che vivono negli Stati Uniti se avevano voglia di raccontarmi una scena che avevano vissuto e che avesse fatto loro pensare a un’ipotetica scena da film.

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photo credit @emerilla

Martina (@martinafrz ) New York, mi ha raccontato di quando una sera doveva incontrarsi con alcune amiche in città  e l’appuntamento era alle 21:00 sotto all’Empire State Building. Mi raccontava che si era fermata da Starbucks a prendere un caffè e poi, essendo in ritardo, aveva cominciato a correre sulla 5th Avenue con il suo tipico caffè americano. Correndo tra le strade e il traffico si era sentita come il un film.

Valeria (@dearvaleria) Brooklyn, New York, mi ha detto che vedere i dog sitter con quindici cani al guinzaglio la fanno pensare ad un film e che i portieri in livrea di 5th avenue sembrano quelli di “Mamma ho perso l’aereo”.

Caterina ( @emerilla) Miami prima, dove mi ha raccontato che le ha fatto effetto vedere gli alligatori non solo da vicino, ma addirittura attraversarle la strada e nella regione del New England poi, dove ha accarezzato una renna e ha ricevuto gli auguri da Babbo Natale con tanto di OH OH OH, come se fosse stato quello vero.

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photo credit @emerilla

Questi sono solo alcuni esempi, certo. È vero  pure che per chi vive a lungo negli Stati Uniti, dopo un po’ tutto diventa “normale” . Eppure da questa riflessione una cosa l’ho imparata: non conta se si tratta di America o di un qualunque altro posto, l’importante è il valore che dai alle cose. Il mondo che hai intorno è straordinario solo se lo vedi tale.

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