Quando la passione incontra la determinazione si crea qualcosa di profondo e indomabile che ti spinge a raggiungere costantemente i tuoi limiti e superarli per cercare di migliorare te stesso e quello che fai.

Questa è quello che io vedo in Chiara Cecilia Santamaria, meglio conosciuta come “Chiara di Ma Che Davvero”. È una donna semplice che non nasconde i problemi della vita quotidiana sotto il tappeto o dentro il mobile della cucina ma, al contrario, te li serve per brunch accompagnati da un cupcake di Peggy Porschen.

IMG_977

Come tutte ben sappiamo la sua vita è cambiata nove anni fa con la nascita di Viola, ormai una piccola donna, e con il trasferimento da Roma, la città eterna, a Londra, la città delle opportunità.

chiara e viola balcone

Passeggiate ad Hampstead Heath, co-working space a Camden, workshops a Roma, Milano e Londra, un canale YouTube e migliaia di foto spettacolari scattate in tutti i luoghi visitati.
Non si ferma mai e questo le dà quella marcia in più anche per affrontare momenti spiacevoli che, ancora una volta, invece di essere tenuti nascosti vengono condivisi con le sue followers. Che dire di più?
Leggiamola insieme.

Oltre ad essere una DONNA affermata e intraprendente sei anche la grande MAMMA di Viola. Come ha affrontato lei il passaggio da una grande città ad un’altra e il conseguente adattamento ad una nuova cultura e lingua?

Con dosi eguali di incoscienza, entusiasmo e paura. Però confidavo molto in lei e nello spirito di adattamento che hanno i bambini piccoli. Ci siamo trasferiti quando lei aveva 3 anni: un’età ancora perfetta per imparare una lingua in modo ‘indolore’ e adattarsi a nuove abitudini. A quell’età i bambini si fidano ancora ciecamente di te quindi se i genitori si dimostrano tranquilli e sicuri, anche loro lo saranno di conseguenza. Devo dire che il trasferimento è stato più semplice del previsto. L’abbiamo mandata subito ad una scuola inglese anche se non sapeva la lingua – lì sono abituati ad accogliere bambini stranieri, sia che parlino inglese sia che non lo parlino. All’inizio giocava coi bambini tramite mimo e versetti e ascoltava tutto, dopo 3 mesi capiva ogni cosa e dopo 6 mesi parlava inglese. E’ stato sorprendente vedere questa incredibile trasformazione!

Sin da giovane hai la passione per la scrittura. Dai “libri che scrivevi sui quaderni” sei passata ai tuoi libri veri e propri e al blog. Qual è la cosa che più ti affascina del raccontarti nero su bianco?

Il poter esprimere sensazioni che altre persone provano, ma che non sono ancora riuscite a mettere a fuoco. Leggere una frase e trovarsi a pensare ‘è esattamente così che mi sono sentita/o, ma non avevo mai trovato le parole per pensarlo e dirlo’ è una vera magia. Io adoro quando un libro mi permette di fare questo, e credo sia il risultato più bello che uno scrittore possa raggiungere.
Mi piace molto anche pensare al mio libro come ad un portale da aprire per entrare in una vita parallela, in vicende che non sono le nostre ma che sentiamo nostre, che viviamo in modo partecipe ed appassionato come una grande avventura.
L’emozione di pensare ad un libro che ti aspetta sul comodino e che per qualche ora ti trasporterà ‘altrove’ è qualcosa di indescrivibile. Dicono che chi scrive viva due volte, beh: secondo me anche chi legge, e non solo due volte, ma centinaia di volte in centinaia di scenari diversi.

IMG_633

In un tuo recente post su Instagram parli del “paese dei tuoi ricordi” dove le nonne si parlano alle finestre e i bimbi tornano a casa puntuali senza orologio. Il fatto che Viola stia crescendo in un mondo diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto noi da piccole, “un mondo con l’acceleratore”, che sensazione ti lascia?

Confusa, a dire il vero! Apprezzo tantissimo l’apertura mentale, la tolleranza innata, la scaltrezza buona e la consapevolezza che una città come Londra ha dato a mia figlia, ma ammetto che il contatto con la natura e con dimensioni più piccole mi manca. Spesso mi chiedo come sarebbe vivere in un posto diverso, più naturale e lento, dove poter riscoprire i contatti umani senza fretta, dove crearsi una dimensione a misura di famiglia. Poi però conoscendomi so che mi mancherebbero troppo il ritmo e le opportunità della città! Non ho ancora trovato una soluzione…

IMG_120

Chiara hai da poco lanciato un’iniziativa molto interessante: il “the outfit project”. Ci spieghi cos’è?

Da sempre parlo sul mio blog dei miei problemi di salute mentale, in particolare ansia e depressione. Sono malattie – ci tengo a specificare questa parola – che possono colpire chiunque a prescindere dalle condizioni di vita, e sono molto debilitanti anche se spesso ‘invisibili’ agli occhi degli altri specialmente se, come me, rimani comunque altamente funzionante anche durante le crisi. Uno dei sintomi di queste malattie è il perdere interesse ed energia per fare molte cose, in primis prendersi cura di sé. Vedersi bene, invece, aiuta a sentirsi meglio. A pensare ‘ne valgo la pena’. #theoutfitproject ha proprio questo scopo: celebrare i momenti in cui ci si riesce a vestire bene, curare, spendere del tempo per sé stessi. Sembra una sciocchezza, invece è molto importante e una conquista non scontata.

IMG_453

La tua galleria Instagram mostra perfettamente come il tuo stile fotografico sia cambiato durante gli anni. Sembra quasi che il tuo profilo abbia seguito l’andamento della tua maturazione. In questo momento pensi di aver raggiunto ciò che ti eri prefissata? Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro, lavorativamente parlando?

Penso di essere sempre un ‘work in progress’ e così sono i miei lavori. Penso anche che lo stile corrisponda al periodo che si attraversa. Il mio percorso da blogger per passione a influencer di professione è stato lungo, se pensiamo che ho iniziato quasi 10 anni fa, ma mi ha dato tantissimo e spero continui a darmi altrettante soddisfazioni. Certamente ci ho messo tanto impegno e ho sempre cercato di migliorarmi, cercare nuovi stimoli ed idee e mai ‘sedermi’ su quello che avevo raggiunto. E’ un mondo in cui restare rilevante è una sfida continua, e cerco di affrontarla con entusiasmo, preparazione, cuore e serietà.
I miei obiettivi, oltre a proseguire il blog, sono quelli di consolidare i miei canali social preferiti: Instagram, e il mio nuovo canale YouTube . Fare video mi appassiona ed è un bellissimo modo per comunicare spontaneamente a chi mi segue.
E poi ci sono i corsi .

Uno dei tuoi ultimi video è un vero e proprio tutorial dove sveli alcuni dei tuoi segreti sul retouch fotografico e dai molti consigli utili a tutte le igers. Da dove nasce la scelta di condivisione e collaborazione con le tue follower?

Credo molto nella condivisione, non solo con le mie follower ma anche tra colleghe. Qui in UK tra influencer è molto comune scambiarsi non solo consigli ma anche contatti, e avviare collaborazioni. Purtroppo non ho trovato lo stesso clima in Italia, dove sembra che la regola sia ancora la terribile ‘guerra tra donne’ (o guerra tra povere, a questo punto..) che poi penalizza tutte. Ne ho sentite e viste di ogni. Gruppi segreti dove si sparla di altre blogger/Instagramer, gruppetti coalizzati, critiche per il solo gusto di criticare. Invece di lavorare sodo e mostrare il proprio valore con il proprio lavoro, si perde tempo a screditare il lavoro degli altri. Io invece credo nel girl power e nel sostenersi a vicenda. Siamo tutte diverse, nessuna può togliere all’altra, ma anzi: condividendo e collaborando si cresce tutte.

Img_101

I tuoi workshops, che stanno avendo un grandissimo successo, sono il perfetto connubio tra un media teaching course e un evento di networking and lifestyle. Cosa si devono aspettare le ragazze che parteciperanno alle prossime date?

La formazione è un mondo che mi affascina, ma cerco di unirla al piacere e al divertimento di un evento unico, fornendo a chi partecipa non solo nozioni e soluzioni utili ed efficaci, ma anche una giornata di lifestyle e bellezza. Da tempo, dopo aver parlato a diversi eventi come la Social Media Week, il BIT e il Mammacheblog, sentivo il bisogno di avere un evento ‘mio’, con il mio stile, ed eccolo qui.
Chi viene può aspettarsi sicuramente di tornare a casa con nuove idee, nuovi contatti ma soprattutto sentendo di avere imparato davvero qualcosa. Poche chiacchiere inutili, tante soluzioni pratiche per il proprio lavoro. E’ il tipo di evento al quale avrei voluto partecipare, quindi ne ho ideato uno a immagine e somiglianza del mio ‘workshop dei sogni’. A giudicare dall’entusiasmo delle partecipanti di Milano e Roma è piaciuto tanto anche a chi ha partecipato!

IMG_587

Se ancora siete tra quel 1% che non segue Chiara, la potete trovare qui:

Instagram

Facebook

Blog

 

Condividi