Photography Gaia Borzicchi

Quando una qualunque relazione volge al termine siamo tutte portate ad esaminare e analizzare ogni gesto, ogni parola, ogni discussione. Ci si lascia un po’ crogiolare nell’autocommiserazione e in una vera e propria festa dell’iperpensiero. 🙂

Quando a finire è un matrimonio, con figli, tutto questo, dal mio punto di vista, si amplifica. Perché quando hai scelto di sposarti hai pensato che fosse per sempre e che per te fossero finite (altrettanto per sempre) tutte queste paranoie. Hai creduto che mai ti saresti di nuovo ritrovata col cuore in mano, rotto.

Mi sono sposata quando avevo 28 anni e credevo con tutta me stessa che sarebbe stato per sempre. E ci ho creduto per tutto il matrimonio alla formula “nella buona e nella cattiva sorte“. Che il matrimonio fosse fatto di compromessi e anche di libertà individuale.

Ci ho creduto ancora di più quando abbiamo cominciato a cercare nostro figlio. Ho creduto che quelle difficoltà ci stessero unendo e rafforzando. Ma non mi sono accorta che, invece, ci stavano allontanando irrimediabilmente.

Il mio matrimonio è finito poco dopo la nascita del nostro bambino. E ho imparato moltissime cose da allora.

Quando ci siamo separati, all’inizio, per me il sentimento dominante era la profonda tristezza di ritrovarmi da sola, con un bambino e di aver perso quello che credevo essere l’amore della mia vita; e anche un sentimento di paura per quello che sarebbe stato.

Col tempo però ho rivolto le attenzioni su me stessa: ho voglia di scoprirmi e conoscermi meglio, capire cosa davvero voglio dalla vita e dal mio compagno di vita. Ho cercato di analizzare i miei pregi e i miei difetti, le mie forze  e le mie debolezze.

Volevo essere più forte, da SOLA.

Eppure dopo tanto tempo, adesso, mi rendo conto che sola non voglio essere.

Che sono fatta per amare ed essere amata. Che ancora voglio un compagno nella mia vita. Un amore. Che ancora nell’amore, io ci credo.

E aspetto quel giorno in cui di nuovo sentirò le farfalle nello stomaco. Perché sono una romantica.

E perché nonostante tutto, credo ancora nel matrimonio, che ci sia da qualche parte quella persona che è la MIA PERSONA. Credo nell’impegno e nella bellezza che viene da quell’impegno.

Credo nell’amore. Nel desiderio di condividere la vita con qualcuno. Alla bellezza di crescere insieme e invecchiare tenendosi per mano. E credo in tutto questo perché ho imparato a mettere me stessa per prima, ad essere più egoista, ad amarmi prima di amare.

Ho il terrore che possa succedere tutto di nuovo, di essere di nuovo ferita. Ma so che adesso saprei come affrontare quel dolore con forze nuove.

Ci sono giorni in cui la tristezza e la rabbia ancora hanno il sopravvento, soprattutto quando penso alle conseguenze che questa scelta avrà per mio figlio.

Ma ho fiducia in quello che verrà, anche se non so ancora cosa sarà.

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