Tra pochi giorni sarà il primo compleanno di Ginevra Diamante e io mi ritrovo a pensare al giorno in cui è nata. Un ricordo indelebile negli occhi e nel cuore. Sabato 28 gennaio 2017, dopo un travaglio di circa un giorno, lei è arrivata in modo potente e magico, nel tepore della sua camera tra luci soffuse e musica. Accolta immediatamente dalle mie braccia, ancora legata a me dal cordone e ancora in acqua già si scaldava sul mio cuore e io mi scioglievo. Partorire in casa è un esperienza unica e approfitto dell’opportunità che ho di scrivere su un blog che adoro per raccontarvela.

Per quanto sia un argomento di difficile approccio racconto come e perché ho deciso di partorire in casa e quali sono stati per me i benefici senza avere la presunzione di voler convincere nessuno a fare la mia stessa scelta.
Le mamme sono macchine in azione da subito, da quando vedono quelle due lineette colorarsi sul test. Da quel momento pensano a tutto quello che potrebbe essere il meglio per il proprio bambino. E così anche io quando scoprii di essere incinta iniziai a reperire quante più informazioni possibili sul parto. Il parto in casa era una cosa lontanissima da me e dalla mia immaginazione.

Ho sognato un milione di volte quel momento e lo avevo sempre immaginato in ospedale, ma c’era una vocina dentro di me che mi diceva di guardare oltre la mia convinzione o quello che reputavo ovvio. Così iniziai a leggere e a informarmi e in modo particolare rimasi colpita da una lettura: Per una nascita senza violenza di Frédérick Leboyer. Rimasi folgorata, per la prima volta iniziai a pensare al parto come un esperienza personale del bambino e non solo della mamma. Il bambino sente ogni cosa e soffre. Soffre per le luci forti della sala parto dopo essere stato al buio, soffre per i rumori della sala dopo essere stato in silenzio tra rumori ovattati. Soffre per il distacco dalla mamma, per le manovre del peso o del lavaggio che gli distendono immediatamente i muscoli dopo che ha passato nove mesi rannicchiato.
Quindi iniziai a pensare a quale era il modo migliore per evitare questa “sofferenza”. Potevo chiedere accorgimenti alla struttura ospedaliera sulle le luci, le voci, e la possibilità del contatto pelle a pelle, ma quella vocina rimaneva. Iniziai allora a pensare a me, al fatto che volessi condurre io il mio parto, senza che mi venisse indotto, iniziai a pensare ai benefici dell’acqua durante il parto e allora decisi di scegliere una clinica che mi offrisse questa possibilità.

Così conobbi Giulia, l’ostetrica che mi avrebbe assistita il giorno del parto. Non so perché ma durante il nostro primo incontri quella stessa vocina mi disse di chiedere se fosse possibile partorire in casa. E così con lei mi si aprì un mondo. Con lei acquisii ogni informazione che cercavo, si sciolsero tutti i dubbi e le paure e tutto avvenne naturalmente. Partorire in casa per me significava non dover seguire i protocolli ospedalieri alla lettera, avere la libertà di muovermi e posizionarmi durante il parto, non dovermi spostare da casa durante il travaglio, avere la certezza di partorire in acqua, di poter prendere subito in braccio la mia bambina, di poterla lasciare attaccata alla placenta, di avere sempre il mio compagno vicino. E così avvenne.

Ho un ricordo meraviglioso di quel giorno, ricordo che aprii la porta della camera di Ginevra Diamante e per un po’ i dolori del travaglio si placarono. Ero estasiata dall’atmosfera che c’era in quella stanza, luci basse, candele rosa ovunque, la playlist che avevamo scelto in sottofondo e quella vasca che mi chiamava. Entrai immediatamente, e l’acqua fu talmente benefica che tra una contrazione e l’altra mi addormentai. Nessuno mi disse cosa fare, come muovermi, come posizionarmi o quando spingere. Condussi io i giochi e presi la mia bambina dall’acqua e me la misi sul petto. Ancora riesco a sentire il profumo della sua pelle in quel momento. Uscimmo dall’acqua insieme, lei era in braccio a me, mi sdraiai sul mio letto e la attaccai al seno. Fu la notte più bella della mia vita.

Ancora è diffusa l’idea che il parto in casa è una pratica antiquata e perduta nel tempo. In realtà oggi il parto in casa è una scelta consapevole di quelle mamme che prontamene decidono di valutarne rischi e benefici. Ovviamente questa scelta prevede una serie di aspetti da valutare, primo fra tutti la presenza di una gravidanza fisiologica che finisca con un parto naturale. In casa non sono previsti interventi chirurgici (episiotomia, parto cesareo..) non è prevista la possibilità dell’epidurale e va scelto con cura il personale che assiste il parto che deve essere pronto a fronteggiare ogni evenienza.
È un esperienza che mi ha segnata nel cuore e che rifarei altre mille volte. Non voglio convincere le altre mamme a scegliere la mia stessa esperienza però voglio dire una cosa a tutte le mamme che stanno scegliendo dove e come partorire: seguite il vostro istinto, sarà il miglior consigliere anche dopo la nascita del vostro bambino, scegliete per il vostro benessere e per quello del vostro bambino, partorite nel luogo che vi è più confortevole, che vi trasmette più calma, affidatevi a persone che stimate e che vi ispirano fiducia. Abbiate cura di voi stesse, del vostro corpo e pretendete che chiunque vi assista lo tratti con altrettanta cura. Mettere al mondo il vostro bambino sarà l’esperienza più bella di tutta la vita, valorizzatela, pretendete che vi lasci un ricordo dolce dall’inizio alla fine.

Francesca Lenti

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