L’inizio del linguaggio nel bambino è, solitamente, stabilito verso i 3 mesi quando inizia ad emettere i primi balbettii. Rispetto ai primi 3 mesi di vita, il bambino ora piange meno e inizia a relazionarsi di più con l’ambiente circostante, anche ripetendo suoni molto semplici. E’ come se il bambino giocasse con la sua voce, attraverso strilli e gorgoglii, un po’ sorpreso del rumore che riesce a produrre.

A 6 mesi il bambino inizia con la lallazione, ma, da, du, ecc. A 9 mesi la lallazione è più affinata: aumentano di frequenza le ripetizioni delle sillabe e i suoni simili.

Verso l’anno di vita iniziano a comparire le prime parole che sono le più semplici, ma per noi genitori le più importanti, ossia mamma e papa! Un affinamento possibile grazie ai continui “esercizi” di lallazione.

A 18 mesi il bambino dovrebbe avere, circa, un vocabolario di una ventina di parole. E’ una fase imitativa del linguaggio: cerca di ripetere le parole, le frasi che sente affinando anche l’intonazione. Mentre gioca, guarda i suoi libretti, può capitare che sembra che “parli” ma senza comunicare, anche quello è un momento importante dell’acquisizione del linguaggio e si chiama ecolalia. Il bimbo inizia ad usare espressioni semplici per indicare cose che conosce, ad esempio “bruummm” per indicare l’automobile, “pe pe” per le scarpe.

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A 24 mesi il bambino dovrebbe avere un vocabolario di circa un centinaio di parole. L’interesse per il linguaggio è sempre più forte, cerca di combinare più parole in una frase. A 30 mesi il vocabolario è in aumento progressivo, è un momento importante perché, circa da questo periodo, il bambino inizia ad avere intenti comunicativi nelle cose che dice. Parla quindi per comunicare, per dirci qualcosa.

A 3 anni il bambino dovrebbe avere un vocabolario di circa un migliaio di parole e si dovrebbe capire abbastanza bene quando parla, usando anche delle semplicissime strutture grammaticali.

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Tutto ciò è sempre da ritenersi indicativo, perché ogni bambino ha il suo personale sviluppo e tempi di maturazione. Mio figlio, ad esempio, ora che ha 18 mesi non riesce ad esprimere verbalmente il suo vocabolario di venti parole, ma capisce e si fa capire molto di più, dimostrandomi ogni giorno che fa passi da gigante! Spesso, infatti, accade che i bambini interiorizzino il loro vocabolario senza però esprimerlo subito verbalmente, ma con il tempo. Ciò che possiamo fare noi è, innanzitutto parlargli molto, scandendo bene le parole, evitandone storpiature. Possiamo leggere con lui i suoi libretti, raccontargli cosa vediamo mentre usciamo in passeggiata, cantare. La fantasia delle mamme su questo è infinita! Un’altra attività molto interessante è quella di prendere delle figure semplici ma che richiamano qualcosa nella vita del bambino (un gatto che gioca; dei bambini che mangiano; una famiglia che cammina; il frutto preferito del bambino;  un libro; ecc.), e farne una bella raccolta per mostrarla di tanto in tanto al nostro bimbo dicendogli chiaramente, una alla volta, cosa la figura rappresenta. Possiamo poi giocare con queste figure distribuendole sopra il tavolo, chiedendo al bambino di indicarci una figura piuttosto che un’altra.

Dott.ssa Elena Carradori

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