Più delle cose, più dei paesaggi, in America sono le persone a essere interessanti. Tutte hanno una storia, tutte hanno qualcosa da raccontare. Inoltre, se sei fortunata come me, puoi imbatterti in alcune davvero sorprendenti.

Una delle prime amicizie che ho fatto qui in New Jersey, è stata con uno dei più cari amici di mio marito e la sua ragazza Katie Truk. Katie non solo è un’amica preziosa e una persona fantastica, ma anche un’artista affermata. Ha partecipato a numerose mostre collettive in diversi Paesi degli Stati Uniti, e personali tra New York e il New Jersey. Principalmente Katie realizza sculture con le calze. Da sempre indumento di femminilità e seduzione per eccellenza, le calze diventano, tra le sue mani, strumento di espressione artistica, e tenute insieme con il filo metallico che si usa per armare il cemento, vanno a giocare su opposti, femminile/maschile, fragile/forte, per andare ricreare degli equilibri. Ho fatto qualche domanda a Katie per farla conoscere un po’ di più anche a voi.

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Quando hai capito che volevi diventata un’artista?

Estate voleva dire che non ci era permesso di guardare la televisione. Invece nostra madre incoraggiava le mie due sorelle e me non solo a correre attraverso gli irrigatori da giardino e ad andare in bicicletta, ma ci teneva impegnate in giochi di pazienza e lavoretti fatti a mano. Durante l’anno mi sorprendeva con matite colorate o pennarelli. Questi piccoli regali tenevano l’arte nella mia vita tutto l’anno. Lei ha sempre saputo che sarei diventata un’artista. Non credo che sia stato fino al secondo anno di College, che, sí, ho capito che era la vita che avrei voluto. Prima non ho mai creduto che avrei fatto qualcosa degno di essere etichettato come “arte”, era solo divertimento.

Come ti è venuta l’idea delle calze?

Nata negli anni ’70, gli anni’80 sono stati quelli della mia formazione. A quei tempi i colori fosforescenti erano affascinanti. Al mio quattordicesimo compleanno ricevetti come regalo un tubo di calze in acrilico fluorescenti al ginocchio. I colori e i materiali erano cosi incantevoli che le ho tenute nel tubo e le ho esposte come un’opera d’arte nella mia camera da letto.

Nel 1995, quando non mi ero ancora diplomata alla Alfred University ho iniziato a sperimentare con le calze come strumento. Ho unito la traslucente natura delle calze con la forza luminosa del neon. I tubi si sono rotti sotto la tensione creata dalle calze. Creta, vetro niente sembrava adatto alla collezione di colori, modelli e stili.

Nel 1998 dopo aver frequentato il mondo delle radio di New York, sono ritornata alla mia arte e all’equazione della limitazione delle calze come strumento. Fu allora che a un amico di mia madre fu diagnosticato un cancro ai testicoli. Questo sollecito della fertilità e della malattia portò un’ondata di uovo, filo di recinzione delle galline e pezzi di calze che parlavano di contaminazione, possibilità e speranza. La fragilità delle uova spente non era ben ricevuta e ho trovato che la parte delle calze era ancora in via di sviluppo.

Nel 1999, con il regalo di alcune vecchie recinzioni da spiaggia, arrivò la prima creazione di calze e fili metallici. Sebbene mi sia dilettata con l’aggiunta di materiali e le misure dei cavi per un breve periodo di tempo, fu l’incontro tra collants e il filo rinforzato per il cemento che risultò la giusta combinazione.

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Chi o cosa t’ispira? 

Nutro timore reverenziale per la creazione naturale. È divertente come io lavori con un materiale costruito dall’uomo cercando di emulare l’universo organico ed emozionale. Quando pensi ai colori, alle strutture, alle forme di questo pianeta come puoi non essere costantemente in stato di stupore e ammirazione?

Se ricordo bene, tu esegui anche lavori in ceramica. Questo tipo di arte è connesso con l’altro? 

Bella domanda. Sono andata al college alla Alfred University che è sinonimo di ceramica. Essere capace di modellare qualcosa di ogni grandezza con le mie mani è miracoloso. Nella costruzione essenzialmente con fango, la tua mente deve pensare costantemente allo scheletro interno che supporta la composizione esterna. Quando guardi una delle mie sculture fatte con le calze tu puoi vedere entrambe le “conversazioni” interna ed esterna. Proprio per il tipo di materiale tutto è visible. Questa piena esposizione è ciò che rende il pezzo veramente tridimensionale.

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Tu sei inoltre un’insegnante. Questo blog è letto principalmente da mamme. Cosa consigli alle mamme che vogliono avvicinare i propri figli all’arte? 

Con le nostra vite super programmate è importante lasciare loro tempo per giocare. Date loro materiali, un tavolo solo per loro e tempo per esplorare la loro immaginazione e migliorare le loro abilità. Mostrategli arti differenti, in gallerie o sui libri. Impegnateli in conversazioni facendo dire loro cosa vedono. Tenete in mente che l’arte viene in tutte le forme, pittura, disegno, cucito, cucina, scrittura. Osservateli e nutrite i loro interessi.

MANTENETE LA COSA DIVERTENTE.

Supporto senza giudizio è la miglior cosa che si possa dare a un bambino. I bambini sono spugne. Queste sono le impressioni che resteranno con loro per il resto delle loro vite. Ogni cosa nel nostro mondo fatto dall’uomo è stato toccato dalla mano di un artista in una forma o una foggia. Lasciate i vostri figli essere gli artisti che già sono e godete del divertimento e del pazzo viaggio!

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Le fotografie per questo articolo sono state gentilmente fornite dalla stessa Katie Truk. Per saperne di piú, per conoscere i suoi prossimi progetti o per guardare altre foto v’invito ad andare sul suo sito personale www.katietruk.com o sulla sua pagina Facebook “Katie Truk art”.

Grazie per il vostro tempo. Al prossimo mese con un nuovo articolo su usi e costumi americani.

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