di Marta Tosetto, ospite Emanuela Geraci

Eccoci al nostro appuntamento mensile con il mondo del femminile e delle Madri, le Madri Illuminate!!! Con grandissimo piacere e commozione vi propongo in questo articolo un testo profondamente poetico e reale scritto da una doula, donna, madre che ogni giorno incontra la maternità e le sue luci ed ombre! Ve lo propongo perchè credo rispecchi profondamente le sensazioni che noi madri viviamo con le nostre creature e perchè quando lo leggiamo assieme alle mamme nei nostri cerchi suscita una grande emozione

Ecco, per voi Madri Illuminate
testo di Emanuela Geraci, presidente di Mondo Doula

Per presentare il lavoro che faccio con le mamme del dopo parto, mi è venuto in mente di parlare di illuminazione. L’argomento mi è stato suggerito da una frase che ho letto in un libro di Jane Swigart “Il mito della cattiva madre”. Dice infatti: “Non abbiamo alcuna tradizione che esalti la cura dei figli e tutto quello che comporta, rendendola un modo di raggiungere l’illuminazione intellettuale e spirituale. Non le viene dato il rispetto che merita”.
Questa frase è stata per me illuminante sotto molti aspetti. E’ stata illuminante per il mio lavoro di counselor, per capire meglio le donne che incontro alle dieci lune, la loro bellezza, il loro coraggio. Quando è nato mio figlio sono rimasta “folgorata sulla via di Damasco”, riscoprivo l’essenza delle cose, mi sentivo una filosofa greca a ripensare con meraviglia e stupore, come per la prima volta, la notte e il giorno, l’inizio e la fine, il perché delle cose, il difficile cammino verso il centro di noi stessi. Adorazione e miracoli erano il mio pane quotidiano. Mi ha spalancato gli orizzonti, la magia e la vastità dell’universo.
La maternità è per davvero il modello, l’archetipo di tutte le discipline spirituali, di tutte le filosofie… Non hanno bisogno di cercare lontano, nei cieli, nelle visioni, nel profondo delle foreste. Noi l’illuminazione la portiamo nel corpo…

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Allevare figli è una disciplina che ci insegna moltissimo su noi stesse e sul mondo. Immedesimarsi con un bambino, comportarci come lui, impariamo i nostri limiti, riconosciamo quello che abbiamo vissuto. Ci confrontiamo con la delusione e la frustrazione dell’essere madri, con tutti i nostri progetti rimandati, con il nostro essere imperfette, la nostra immaturità, il narcisismo, la sensualità, l’indifferenza. Non siamo poi così disponibili come credevamo, tutto sommato preferiremmo tornare a lavoro, a volte rischiamo di impazzire a reggere tutto il peso della fatica e della responsabilità; di tutte le emozioni che eravamo riuscite a nascondere con tanta fatica sotto il tappeto. Spuntano fuori con prepotenza…
In quasi tutte le religioni esiste la pratica della notte interrotta, la veglia per sentire Dio più vicino. Noi madri sappiamo cosa significa, svegliarsi nel cuore della notte, interrompere il sonno, accorrere a vegliare la nostra piccola divinità. Diventare madre, il continuo lavoro per il bagno, i pasti, cercare un ordine precario nel caos, sembra un lavoro da benedettino, da certosino…è difficile curarsi delle “cose mondane”, le priorità cambiano, sacrifichiamo una parte dei nostri egoismi, impariamo a lavorare per gli altri, senza aspettarci nulla in cambio.
Amiamo i nostri figli come noi stesse. Se a nostro figlio viene il mal d’orecchio, le nostre orecchie cominciano a farci male, esplode l’ansia per ogni piccolo disturbo. I desideri personali devono trovare compromessi con le esigenze dei nostri figli. I figli, a volte, ci chiedono l’impossibile, ci chiedono di rispondere con amore e tolleranza alle loro emozioni inaccettabili…

 

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Impariamo la lentezza, entriamo in uno spazio-tempo che sembra un universo parallelo a quello quotidiano, il valore della lentezza, del vivere momento per momento, il valore della semplicità, di un gesto, di una carezza, di un bacio, di uno sguardo, il contatto, così forte, così esigente da diventare a volte insopportabile. I bambini ci mettono in contatto con l’infinito, con la notte buia dell’anima e i suoi tormenti, e con la gioia, le beatitudini, le estasi. I bambini sanno di pane, un odore può farci esplodere di felicità. Le loro feci ci disgustano, ci portano con i piedi per terra, a volte le amiamo. Siamo solo esseri umani per quanto nella vita possiamo andare lontano.

Stare con un bambino dà un senso di pienezza, di soddisfazione, di allegria, come poche altre cose nella vita. Amare un bambino fin dalla gravidanza ci insegna che l’amore è un possesso insicuro, che non abbiamo certezze, che non siamo onnipotenti, che non possiamo prevedere niente. E’ davvero qualcosa di importante quello che mi hanno insegnato le donne del dopo parto, qualcosa di prezioso e vasto, un camminare insieme, a tutte un ringraziamento.
E’ dolce sentirsi Madri Illuminate, grazie Emanuela per queste tue preziose parole!

Testo e foto tratte da http://www.mondo-doula.it/rubriche.aspx
Marta Tosetto

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