Oggi vi presento Federica, mamma di un bambino e di due pelosoni.

Mi sono sentita subito in sintonia con lei, che sia per la passione per i cagnoloni che abbiamo in comune? 🙂 Credo sia una di quelle persone che a pelle ti piacciono subito e dopo che ho letto le sue parole, ho capito di non essermi sbagliata per niente! Mi sono emozionata e i lacrimoni per me erano assicurati, mi ha ricordato la mia vita a due, poi a tre e ora a quasi quattro <3

Ora vi lascio a lei, alla sua storia e alle sue foto meravigliose.

Buona lettura!!

Mi chiamo Federica,ho 30 anni, sono mamma di due pelosi e di un bimbo nato l’anno scorso.

Sono una fotografa e mi sento grata alla vita per potermi esprimere a 360 gradi mentre faccio il mio lavoro.

So di essere una persona fortunata. Per questo e per altri mille doni ricevuti.

In primis per questo forte amore e questo legame così profondo che c’è nella mia famiglia.

Costruita su sentimento, pazienza, ascolto reciproco. ComplicitĂ  e risate.

Su sacrifici e su parole di chi non ci avrebbe scommesso una lira.

Io e il mio lui, Max, ci teniamo per mano da quasi 6 anni ormai.

Prima tenendo un solo guinzaglio tra noi, poi due e adesso anche un passeggino.

Ammetto che i marsupi siano piĂą comodi quando si portano in giro sia i pelosi che il nano, ma lo sapete meglio di me, siamo mamme multitasking noi.

E ce la facciamo anche con due guinzagli e quattro ruote.

E una mano sola.

Ma veniamo a noi, al mio raccontarci.

Perché questa è la storia di una famiglia dove l’amore per gli animali ha fatto si che il nostro amore superasse gli ostacoli, e durasse.

Quando ci siamo conosciuti, Kora, una labrador bianca di 2 anni, era giĂ  presente.

Max faceva i salti mortali tra università e lavoro pur di tenerla con sé.

La sua storia? Un classico. Lui amante dei cani con la famiglia che non ne voleva sapere.

ResponsabilitĂ  sua, esclusiva. Lui si chiude in casa i primi due mesi, lei diventa la sua ombra.

Poi arrivo io, che vivo già da sola. Sogno un cane da sempre. E trovo l’uomo con il cane.

Neanche farlo apposta.

Ci innamoriamo.

Io, ex storica di un amico. Non vi dico lo scandalo. Ma questa è un’altra storia.

E qui si stava parlando di pelosi.

Infatti, tempo due mesi e ci pensavamo in due, a lei.

A parte il carattere del labrador un po’ testone, senza fondo per il cibo e l’odio per i guinzagli, la vita aveva un piacevole ritmo: di passeggiate, aree cani (sempre troppo poche nelle città) e di nuove conoscenze.

Si, non ho mai conosciuto così tante persone in vita mia come negli spazi dedicati ai cani.

Incredibile.

Giovanni è ancora piccolo (e io lavoro da casa) ma credo sia lo stesso che accade nei parchigiochi o negli asili tra le mamme di umani.

Comunque sia, questa tranquilla routine dura poco. Qualche mese piĂą tardi, un amico ci chiama.

Ehi Asia aspetta una cucciolata. Vorrei che uno di loro rimanesse in “famiglia” vi va?

Ma si, tanto il vero cambiamento è quando scegli di averne uno. Cosa vuoi che siano due.

Tanto dobbiamo uscire per Kora, tipregotipregotiprego diciamo di si.

Beh forse nel monolocale in cui vivevamo già stretti in tre, forse è stato un po’ azzardato accogliere un leone di 46 kg, poi.

Ma il danno era fatto. Il mio cuore era giĂ  suo. Finalmente il mio Juno stava arrivando.

E anche il primo trasloco.

Neanche immaginavamo l’impegno e l’amore che avrebbero portato con la doppia presenza.

Ora che sono mamma anche di un bambino posso dire che ok, l’impegno di entrambi non si equivarrà, ma siamo li.

Le notti perse perché svegli ogni 4 ore per scendere a far fare i bisogni al cucciolo si assomigliano a quelle delle levatacce per le poppate notturne del piccolo Giovi.

Il rinunciare alle vacanze perché con due cani difficilmente si riesce a trovare un luogo accessibile sia a livello economico sia di comodità si è ripresentato quest’estate con un neonato di poche settimane.

Non per gli stessi motivi, ovviamente, ma in vacanza ancora nulla.

Quindi poi pensate alla combo. Bimbo e due cani, insieme.

La piĂą sciocca delle quotidianitĂ , ve ne porto un esempio.

La sera, dopo una giornata di lavoro uno vorrebbe sdraiarsi sul divano, mangiare pop corn fino a stare male e piangere davanti a dieci puntate di grey’s anatomy. Invece a metà della prima puntata Kora inizia a farti capire che le scappa, Giovanni si è stufato del giochino e reclama la tetta, Juno ruba il pupazzo del piccolo e scappa aspettando che tu lo rincorra.

Caro dottor Derek Shepard, ti ho amato davvero, ma io, il lutto per la tua uscita dalla serie l’ho sentito mezzo minuto e sono tornata nella mia realtà.

A parte le battute, questo è l’impegno. Crescere creature. Educarle. Pelose e non. Esseri che dipenderanno da noi, per anni. I figli in fondo imparano a camminare, diventano grandi per davvero. Kora e Juno crescono, si, ma non andranno mai a fare i bisogni da soli per le vie del centro e non si riempiranno mai la ciotola del cibo o si cambieranno l’acqua.

Un cane, che lo si voglia credere o meno, è una vita che sta al tuo fianco. Che dona, che cerca attenzioni. Che ha bisogno del tuo tempo. Del tuo amore sincero.

Come un bambino.

Ma nel mio cuore, se penso all’amore che si respira (anche lo stress eh, non lo nascondo) in casa, rifarei cento, mille volte lo stesso percorso.

L’arrivo di Giovanni, in noi 4, già collaudati, non lo nego, mi spaventava un pochino. Due i pensieri. Uno rivolto al piccolo in arrivo e uno ai due affezionati di casa.

La loro presenza vuol dire anche molte pulizie, cure. Peli o v u n q u e se non ci si sta dietro. E sono sincera, questo mi terrorizzava. I peli e la delicatezza di un neonato: per esperienza, trovati nelle lenzuola, nei piatti. Si infilano ovunque anche se si passa l’aspirapolvere due volte al giorno. Ma queste paure sono durate il primo mese di vita. Poi mi sono rassegnata e Giovi era nella cuccia a far le foto di famiglia.

L’altro pensiero, invece, che ci accompagnava, era per loro.. Come avrebbero reagito? Soprattutto Juno, sensibile, coccolone ma tremendamente geloso e avaro di attenzioni? La veterinaria ci consigliava di portare ogni sera (mentre io ero in ospedale) la tutina usata da Giovanni, un pannolino, un gioco. E farlo annusare, abituare loro al nuovo odore. In fondo tramite il naso veicolano anche le sensazioni. Quindi questa accortezza accompagnata dall’essere fermi ma elastici nel permettere ai due di avvicinarsi, annusare…e perché no? Anche leccare, è stato l’accorgimento che abbiamo avuto.

Tornassi indietro vivrei molto piĂą serenamente questi aspetti. Credo che a Giovanni abbia solo fatto bene (e se non altro anticorpi) entrare presto in relazione con loro.

Adesso abbiamo alle spalle 4 traslochi (e finalmente una casa con un giardino che ci assolve un po’ dall’impegno delle lunghe passeggiate) e il mio bambino ormai ha 11 mesi.

E li ama.

Ha imparato ad alzarsi in piedi appoggiandosi a Juno.

Ed aggiungo solo che se piange disperato nel sonno l’unica cosa che lo tranquillizza è chiamare loro che si avvicinano e con un bacio portano via gli incubi e le brutte sensazioni.

Juno e Kora sanno. Ogni cane sa chi ha davanti.

E sa anche come comportarsi. Con noi accanto, come guida.

Ai bimbi invece vanno insegnati il rispetto e la dolcezza.

Che questi “fratelli pelosi” non sono giocattoli.

Giovanni sta imparando come accarezzare piano il loro pelo, come regalare un biscotto. Come condividere un gioco.

E’ ancora maldestro, ma ho molta fiducia in questo rapporto.

Se non altro per tutto questo amore nell’aria.

Un privilegio.
Grazie di cuore, per aver letto la mia esperienza.

Federica

Condividi