Tutti sanno quanto siano importanti i nove mesi prima del parto per la formazione e lo sviluppo dell’individuo,  pochi sanno quanto siano altrettanto importanti i nove mesi dopo.

Oggi vi vorrei parlare dei diciotto mesi della gestazione. .. Si diciotto!
Vorrei parlarvi dei nove mesi in cui il bambino si sviluppa e cresce in utero, e cioè  l’ENDOGESTAZIONE, e dei primi nove mesi di vita del bambino fuori dalla pancia, l’ESOGESTAZIONE.

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Dal momento in cui una donna scopre di essere in dolce attesa iniziano nove mesi di cambiamento e di crescita, nove mesi per prepararsi ad accogliere il proprio bambino, nove mesi di visite, esami, controlli ma anche di coccole per la futura madre, nove mesi di attenzioni per arrivare il più serena possibile al giorno del parto.
La futura madre partecipa ai corsi pre parto dove riceve tutte le informazioni che desidera su gravidanza, parto e allattamento, con particolare attenzione e curiosità su quello che sarà il travaglio, con dubbi e paure.

In questi primi nove mesi di ENDOGESTAZIONE si possono distinguere tre fasi.
Dal primo al terzo mese c’è un fase di ADATTAMENTO.
Questi primi mesi sono caratterizzati da cambiamenti fisici e psichici dovuti per lo più a una nuova situazione ormonale. La donna inizia a sentirsi madre il fisico inizia a trasformarsi.
La gravidanza si manifesta a volte con nausee, con vomito, con modificazione del gusto e dell’appetito o con aumento del sonno.

Dal terzo al sesto mese indicativamente la donna raggiunge un nuovo EQUILIBRIO. Di solito in questa fase la gravida si è abituata alla nuova condizione.
La pancia si vede ma non è troppo grande e le nausee scompaiono. La madre inizia a percepire i movimenti e inizia a rapportarsi col bambino.

Dal sesto al nono mese inizia la preparazione al DISTACCO, che porterà a una nuova e diversa simbiosi tra madre e bambino.
La pancia inizia a fare sentire il suo peso, la futura madre è più stanca ma anche impaziente di vedere il bambino, si dedica a preparare il nido per accoglierlo. Manifesta ansie e paure più concrete per quello che sarà il giorno del parto.

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Poi un giorno ecco… Inizia il travaglio tanto atteso. Inizialmente si hanno i prodromi che possono durare anche diversi giorni. Questa prima fase è preparatoria, possiamo considerarla di ADATTAMENTO. Nel travaglio vero e proprio, quello regolare, quello che per definizione ostetrica va dai tre centimetri alla dilatazione completa con contrazioni regolari abbiamo di nuovo una fase di EQUILIBRIO. E  poi con  il parto, il taglio del cordone, il secondamento si ha nuovamente una fase di SEPARAZIONE E DISTACCO tra madre e bambino. Il neonato è fuori dall’utero e la madre può finalmente confrontare il suo bambino reale con quello immaginato per nove mesi. Come vediamo le tre fasi ritornano e si ripresentano non a caso.
Dopo il parto il bambino si ricongiunge alla madre tramite il contatto fisico, unico elemento in grado di consolarlo e confortarlo per molto tempo dopo la nascita.
Il neonato è finalmente tra le braccia della madre e la donna dopo qualche giorno di degenza ospedaliera rincomincia con la vita di prima con in più il suo bambino… In pochi mesi ricomincerà a lavorare,  probabilmente a fare attività sportiva, si metterà a dieta x tornare in forma… In fretta.
Purtroppo questo periodo è spesso sottovalutato e non si capisce quanto siano altrettanto importanti questi primi nove mesi dopo il parto..

La donna inizia a rapportarsi col suo bambino che ha già il suo carattere, lo inizia a conoscere, lo riconosce.. E inizia anche a entrare in contatto con la nuova lei, che è ancora donna ma più forte, che è madre… Che è sempre lei ma diversa.
Entra in contatto col suo essere madre, che è una sensazione bellissima, ma come ogni cambiamento può portare a una crisi.

La donna diventa mamma.
La coppia diventa famiglia.

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E spesso in questo primo periodo la donna dopo l’euforia iniziale di amici e parenti si ritrova sola. Sola perché generazioni diverse di donne che prima si trovavano a convivere adesso non lo fanno più, mamme e nonne sono spesso lontane, in case diverse. Spesso non esistono negli ospedali strutture di supporto per questo periodo e non ci sono corsi o gruppi di incontro per aiutare la madre e le famiglie in questa nuova importantissima fase.

Nei nove mesi di ESOGESTAZIONE ritroviamo non a caso le stesse tre fasi.
Dalla nascita al terzo mese di vita del bambino c’è una prima fase di ADATTAMENTO. I ritmi cambiano, la madre deve imparare a prendersi cura del suo piccolo esserino. Deve imparare a gestire i suoi ritmi e rispondere alle sue esigenze. Deve abituarsi a vivere con lui. In questa prima parte si avvia l’allattamento al seno, per il successo del quale è importantissimo tutto il supporto che la donna può ricevere.
La donna entra in contatto col bambino reale che non sempre corrisponde a quello immaginato. La donna e la coppia devono cambiare ritmi e abitudini.
Dal terzo al sesto mese circa c’è una fase di EQUILIBRIO. La coppia è riuscita a creare un nuovo equilibrio, l’allattamento è avviato e la donna ha accettato il suo nuovo ruolo di madre e impara a capire il linguaggio unico del suo neonato. Ovviamente aiuto e sostegno alla madre sono fondamentali per far di che questo equilibrio venga raggiunto.
A volte i tempi sono più lunghi sempre a causa di un mancato sostegno e aiuto, aiuto inteso come supporto psichico ma anche pratico nella gestione delle nuove esigenze, della casa, delle mansioni domestiche quotidiane.
Dal sesto al nono mese circa, quando inizia lo svezzamento e il bambino inizia a farsi capire con versetti decisi e inizia a gattonare, abbiamo nuovamente una fase di DISTACCO,il bambino inizia il suo percorso di crescita verso l’autonomia e la madre riesce a riprendersi qualche momento per lei e per la coppia.

Purtroppo spesso non si riesce a dedicare all’ ESOGESTAZIONE tanto tempo quanto ne occorrerebbe e tanta importanza quanta ne viene data all’ENDOGESTAZIONE.

Si cercano sempre più risposte, libri, ricette magiche per riprendersi velocemente la propria vita e anticipare il DISTACCO accelerando le prime due fasi e togliendo tempo prezioso a processi molto importanti, senza capire che certi momenti non tornano più e lasciano imprinting indelebili nella memoria dei bambini che saranno gli adulti di domani.

@martymammy

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