Che si tratti di termini medici, sigle o gerghi spesso quando gli operatori sanitari parlano con voi o tra di loro, qualche parola è sempre incomprensibile.
Che si tratti di una visita, del parto o di un semplice controllo non capire vi può spaventare o destabilizzare, per questo motivo voglio spiegare qualche termine che mamme e papà potrebbero sentire pronunciare nel loro diventare genitori.

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Sicuramente l’esempio più comune e significativo è l’espressione TUMORE DA PARTO.
Tante volte dopo un parto il medico, l’osterica o il pediatra pronunciano con disinvoltura queste parole: “il bambino sta bene, solo un tumorino da parto…”
E i genitori rimangono storditi e spaventati. Quello che viene chiamato tumore da parto non è altro che un gonfiore che si forma sulla testa del neonato dovuto alla compressione che essa subisce durante il passaggio nel canale da parto. È fisiologico e si riassorbe in pochi giorni.

Un giochino a mio avviso molto utile che le coppie possono svolgere durante i corsi di preparazione al  parto, per quanto riguarda i termini anatomici, consiste nel posizionare dei bigliettini con i nomi delle varie parti del corpo su un disegno.
Questo non perché si voglia insegnare l’anatomia durante i corsi, ma perché rende più chiare le spiegazioni sul travaglio e il parto negli incontri successivi.

Con il termine PARTE PRESENTATA si indica, ad esempio, la parte fetale che si presenta per prima al polo inferiore dell’utero. Si distingue in PARTE PRESENTATA CEFALICA, se è la testa, PODALICA, se sono le natiche o i piedi, SPALLA se è il tronco.

Il COLLO DELL’UTERO è la parte inferiore dell’utero che protrude in vagina. Si chiama anche CERVICE e in travaglio viene nominata spesso perché è la parte che si centralizza, si appiana e si dilata prima nei prodromi poi nel travaglio.

La PLACENTA è un organo straordinario “usa e getta” che ha la funzione di nutrire, ossigenare, proteggere il feto e  produrre ormoni che sostengono la gravidanza. Ha una parte materna adesa internamente all’utero e una parte fetale ricoperta dal sacco amniotico da cui parte il cordone ombelicale. Si può sentire nominare spesso durante i controlli ecografici, la sua posizione è molto importante. Dopo la nascita del bambino si attende l’espulsione della placenta che verrà attentamente controllata dall’ostetrica, per valutarne struttura, completezza e conformazione.

Il CORDONE OMBELICALE o FUNICOLO unisce feto e placenta. Contiene i vasi sanguigni. I giri di funicolo che ci possono essere attorno al collo o al corpo del neonato sono molto comuni, ma spaventano spesso i genitori. La lunghezza del funicolo è variabile, di norma è circa 50 cm.

Il LIQUIDO AMNIOTICO è più conosciuto da tutti come “LE ACQUE”. Abbiamo sentito migliaia di volte l’espressione “ho rotto le acque”, “ha rotto le acque” in film e telefilm o da amici che hanno già avuto figli. In realtà quello che si rompe è il sacco amniotico e ciò che esce è il liquido amniotico che dovrebbe essere incolore e inodore. È contenuto dalle membrane in utero, distende il sacco amniotico e permette la crescita e i movimenti fetali. Mantiene la temperatura calda e costante. Protegge il feto da traumi. Protegge la placenta e il funicolo dalle compressioni. Agevola l’appianamento della cervice e la dilatazione del collo dell’utero in travaglio. Il suo colore è un indice del benessere fetale.
Con P.R.O.M. si indica la rottura delle membrane fuori travaglio.

Molta curiosità desta la VERNICE CASEOSA, una patina bianca che riveste il neonato alla nascita.
È una sostanza grassa che protegge la cute dalla macerazione durante la vita intrauterina da parte del liquido amniotico. I genitori sono spesso sorpresi nel vedere il proprio bimbo rivestito da questa sostanza. Più la nascita si avvicina alla data presunta del parto, meno quantità di vernice caseosa sarà presente.

Nelle cartelle ostetriche potete trovare 4 numeri consecutivi “0000” che indicano rispettivamente: parti a termine/parti pre termine/aborti/figli viventi.
La PARITÀ è il numero delle gravidanze che una donna termina con il parto.
Possiamo distinguere le donne gravide in NULLIPARE, PRIMIPARE, SECONDIPARE, TERZIPARE e così via.

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Se parliamo di sigle sulle cartelle ce ne sono davvero tante, quelle più comuni sono:
U. M. che indica l’ultima mestruazione,
D.P.P. è la data presunta del parto,
C.T.G. significa CARDIOTOCOGRAFIA, un controllo chiamato anche TRACCIATO che di solito si esegue dopo la trentaseiesima settimana.
Da questo controllo si hanno informazioni sul battito cardiaco fetale e sull’attività contrattile uterina.
B.C.F è appunto la sigla che sta per battito cardiaco fetale ed indica la frequenza del cuore del bambino. É normale tra i 120 e i 160 battiti al minuto.
Con la sigla M.A.F. si indicano i movimenti attivi fetali.
A.F.I. significa indice del liquido amniotico, viene misurato ecograficamente per valutare il benessere fetale.
Con APGAR si indica una valutazione del neonato fatta alla nascita e ripetuta 5 minuti dopo.
Si considerano 5 fattori ai quali viene dato un valore da 0 a 2 in base al grado in cui essi sono presenti, l’APGAR è il numero che si ottiene dalla loro somma.
Questi 5 fattori che si valutano sul neonato sono la frequenza cardiaca, l’attività respiratoria, il tono muscolare, la risposta agli stimoli e il colorito cutaneo.
L’APGAR ci indica il benessere del neonato.

Conoscendo questi termini penso sarà un po’ più semplice capire alcune cose che accadono intorno a voi durante i nove mesi di gravidanza e il parto. Se però ho dimenticato qualcosa o c’è qualche termine che non vi è chiaro non esitate a chiedere spiegazioni agli operatori che vi seguono e che sono intorno a voi.
Spesso quello che non ci è chiaro ci spaventa e ci provoca ansia più di quanto dovrebbe, e una semplice spiegazione può aiutarvi ad essere non solo più sereni ma anche protagonisti del vostro percorso.

@martymammy

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