Con Ottobre ricomincia la nostra rubrica “Vita da mamma”. Ogni mese chiederemo ad una mamma di raccontarsi, di raccontare le emozioni e le paure nel vedere per la prima volta quella sottile linea rosa. Questo mese è il turno di Stefania. Da pochissimo nostra collaboratrice.

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Sono Stefania, siciliana trapiantata in Francia da pochi mesi, moglie di Davide, mamma di Alessandro e compagna di Olivia (gatta) e Maeva (cane).

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Sono molto appassionata di fotografia, musica, film, serie tv, libri ed anche di cucina, ma quest’ultima non aiuta, dato che sono ormai anni che vorrei rimettermi in forma, accidenti!
La mia vita da mamma è iniziata il 6 marzo 2012, con un inaspettatissimissimo test di gravidanza positivo (ci avevano detto di non poter avere figli). Noi mamme sappiamo di essere mamme non appena compare quella seconda linea in quel test e così fu, ma all’inizio è stata dura, ho rischiato di perdere il mio bimbo e quindi sono stata per alcune settimane a riposo.

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Superati i primi mesi, un po’ cupi, tutto ha iniziato a filare liscio: la gravidanza è stato uno dei momenti più belli per me, acciacchi e pachidermitudine a parte… i mesi sono trascorsi abbastanza lenti, poi quell’anno faceva un caldo terribile…! E sono arrivate le 40 settimane… io sognavo un parto naturale, magari in acqua…ma alla fine Alessandro è nato con cesareo a 41+3 settimane e addio parto di gloria. Per fortuna tutto è andato benissimo ed io mi sono ripresa molto in fretta.
Quanto può essere banale dire che non appena l’ho visto tutto è cambiato e tutto ha avuto un senso? Banalissimo, probabilmente, ma non esiste niente di più vero, perché la verità è proprio questa per me: l’aver scoperto in quell’istante che la mia vita sarebbe stata essere la sua mamma, prima di tutto.

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La mia vita, prima di quel 6 marzo, era un continuo spostarmi di città in città, cercando non so neanche io cosa…non avevo idea di cosa sarei diventata o cosa, realmente, avrei voluto fare nella vita.
Alessandro ha risposto a tutti quei dubbi che mi attanagliavano, nella speranza di capire cose ne avrei fatto di me… ovviamente ha anche, come tutti i bimbi, disfatto alcune delle mie certezze, tipo il dormire fino a tardi.

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Noi siamo una famiglia ad “alto contatto”: usiamo la fascia, pratichiamo co-sleeping da sempre e ci piace molto il metodo Montessori, che seguiamo, con qualche “variante”. Questo modo di essere mamma mi ha aiutata a viverla in maniera più serena e naturale possibile, ho sempre seguito il mio istinto ed è ciò che continuerò a fare sempre. Certe volte è dura, ci sono quelle giornate in cui vorrei davvero buttarmi sul divano con la saga de Il Signore degli Anelli (versione estesa, ovviamente), patatine fritte e birra, ma devo dire che, la maggior parte delle volte, sono felice della vita che faccio, non mi pesa aver rinunciato alla mia “vita di prima”, anzi.

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Io mi sento realizzata così: faccio un lavoro che mi soddisfa (non lo avevo ancora scritto, ma sono un’artigiana che produce fasce portabebè ed articoli per il babywearing), sono moglie di un uomo che amo da 5 anni e sono una mamma, che ama farlo e che sogna di allargare la sua famiglia, una casa con un piccolo giardino in cui fare un orto, serate in casa con due o tre marmocchi accoccolati con noi sul divano col plaid ed un film.

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Non so esattamente che tipo di mamma io sia, ma so che mamma vorrei essere e cerco di assomigliare a quella mamma, sbagliando e imparando, giorno per giorno.

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