E così una mattina mi ritrovo a pensare alla passeggiata di Chagall, alla lettera di Epicuro, all’arte di Shopenhauer, al rumore dei Negrita, alla ricerca di Muccino, alla maternità di Klimt, alle note di So happy together, al ritmo di Pharrell Williams, alla voce di mia madre che mi accarezza e mi abbraccia da lontano, ai baci e ai capricci di mio figlio, agli occhi e alle mani del mio uomo, ad un Ti amo sussurrato nell’orecchio, ad una sorpresa di un’amica, ad una risata di un amico, ad uno scherzo di un bambino, alle fragole e alle rose che crescono sulla mia terra, ai narcisi della carta da parati della cameretta di quando ero bambina, ai sorrisi ricevuti dagli ammalati e dai bambini poveri, alla poesia recitata da una persona anziana, alla tazza di tè davanti alla finestra sul lago, a un tramonto o a un’alba, ad una fotografia che immortala tante mongolfiere in Svizzera, a un bagno nudi in mare, a un bosco incantato, alle luci di Natale, a un libro che mi rapisce, a un viaggio da programmare o da vivere all’avventura, al paio di jeans di 15 anni fa che ancora indosso con comodità, a ciò che sono e a ciò che mi piace fare, alle mie creazioni e ai miei pasticci, ai miei sogni, al direfarebaciare, a un campo sterminato di lavanda, a un pianoforte che suona una delle mie canzoni preferite, a un aereo che atterra per farmi riabbracciare una persona cara, a una tavoletta di cioccolato fondente, a un incontro che mi ha entusiasmata, ad una spalla sulla quale appoggiarmi per schiacciare un pisolino, ad un ghiacciolo alla menta nell’afa di agosto o a un vin brûlé a dicembre, alla pioggia sulle mie ciglia, alla neve tra i miei capelli, alla salsedine sulla mia pelle, alla tartaruga salvata e restituita al mare, al vento in faccia sul vespino mentre stringo forte chi guida, alla torta che ho preparato da offrire a colazione, al girotondo d’amore post pappa del mio cane, a una carezza o a una telefonata inaspettata che ho ricevuto, a un arcobaleno…
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Cammino tra la gente veloce e tutte queste immagini mi scorrono davanti come un flusso infinito.
Cerco di catturare tutte le vibrazioni del mio cuore perché mi è stato chiesto di scrivere sul blog delle wowmoms qualcosa sulla Felicità….”cosa ti rende felice?” è questa la domanda alla quale devo rispondere…..e più ci penso più mi sembra che qualsiasi cosa io possa scrivere risulterebbe banale perché forse troppo normale.
Eccomi seduta, davanti alla tastiera a chiedere a me stessa “sei felice, Cri?” e il mio “sì” imbarazzato e il mio “no” deciso hanno un battibecco senza vincitori né vinti.
Odio non avere una risposta estemporanea!
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Sono felice per le piccole cose e lo sono ogni giorno.
Non sono troppo felice perché mi manca qualcosa, qualcuno.
Alla fine penso di essere felice nonostante la disperazione e il dolore che la morte mi ha inflitto ma penso di non esserlo abbastanza.
Si, potrei essere più felice….in un modo diverso, forse, di sicuro mai più come prima.
Penso che negli ultimi tempi ho pensato a quanto sono stata felice in passato e mi arrabbio perché non lo sapevo, non lo capivo.
Penso che magari non sarò mai più felice e mi arrabbio perché tutti hanno diritto di essere felici, e per sempre, perbacco!
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Penso che ieri ho pensato di essere di nuovo tanto felice e ho ballato da sola in camera da letto con le cuffie per non farlo sapere a nessuno. E ho sorriso perché mi è sembrato così strano.
Penso che anche oggi vorrei essere felice e mi piacerebbe andare a sedermi in riva al mare o sul cocuzzolo di una montagna e non pensare a nulla se non a far pace con me stessa e sorridere senza un perché.
Penso che vorrei una felicità delirante come quella del discorso sull’amore in Joe Black e mi chiedo se succederà e quando e perché. E penso che se succederà lo griderò al mondo.
Penso che ci vuole così poco per essere felici e che chi ha tanto non sa cos’è la felicità.
Penso e mi chiedo “ma gli altri sono felici?” ma soprattutto “cos’è la felicità?, e sorrido. Come se la felicità fosse un sorriso.
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credit photo e testo by Cristina Carbone @christacoal

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