“Otto mesi. Sono otto mesi che tu sei qui con me, che io sono la tua mamma, e la nostra vita si è arricchita di amore, sorrisi e scoperte”. Il mio piccolo Emanuele ha compiuto otto mesi: il tempo scorre velocemente… Lo osservo nei suoi continui progressi, nelle sue prime conquiste e mi rendo conto di quanto la felicità sia composta da piccole cose, come un battito di manine o un “ciao ciao” fatto un po’ a casaccio, giusto per mostrare a tutti che ha scoperto una nuova cosa.

Ho voluto, per scelta, nutrirlo esclusivamente al seno per i suoi primi sei mesi di vita. Ogni tanto, lo ammetto, presa dalla curiosità di fargli scoprire nuove cose, mi son lasciata tentare dal fargli assaggiare quel cucchiaino di frutta. Ma lui no, non era pronto. Iniziato, poi, lo svezzamento sono arrivate le nuove scoperte, e lui, mio piccolo ma grande amore, ha fatto dei passi da gigante. In un solo mese ha messo sei dentini, ha iniziato a gattonare ed ha apprezzato sempre di più le pappe fatte da me. Ho iniziato a dargli degli orari, ho cercato di rendere l’ora dei suoi pasti un momento di divertimento e quando la sera c’è il papà  questo momento ce lo ritagliamo tutti e tre. Ho capito che sta crescendo e che devo accettare il cambiamento: devo lasciarlo libero di fare le sue scoperte (rimanendo qualche passo indietro, pronta a sostenerlo). Ho sempre cercato in questo di fare le scelte più adatte a lui, cercando di creare un ambiente stimolante e divertente allo stesso tempo e aiutandolo a diventare sempre più autonomo. Ed è partendo da questa premessa che ho provato e fatto provare a Emanuele le tazze evolutive della Chicco.

Hanno conquistato la mia curiosità e successivamente la sua, perché sono studiate appositamente per guidare in modo semplice il bambino nel bere in totale autonomia accompagnandolo nel delicato passaggio dalla suzione alla deglutizione. Noi abbiamo scelto quella adatta alla sua età, ma esiste una vasta gamma di tazze, per tutte le fasce d’età ma anche per tutte le necessità, per questo si differenziano tra loro per varie caratteristiche: a partire dai beccucci dai più morbidi a quelli più rigidi, dai più grandi a quelli più piccoli fino alla forma del bicchiere e al peso della tazza, tutto è studiato per seguire il bambino, passo dopo passo, la verso la propria autonomia, imparando a bere come gli adulti. Nel caso di Emanuele, stiamo adoperando Tazza Chicco TRAINING CUP: ha un beccuccio semi-morbido, resistente ai morsi e sagomato per aiutare il bambino a posizionare bene le labbra. Ha la valvola anti-goccia ma si può rimuovere: noi abbiamo deciso per il momento di mantenerla perché la considero ancora fondamentale per Emanuele nel passaggio dal bere succhiando senza fatica, al bere per “caduta” una volta rimossa.
La tazza Training CUP ha anche dei manici rimovibili, ed è leggera e queste caratteristiche permettono ad Emanuele di afferrarla facilmente e di bere da solo, conquistando passo dopo passo un altro piccolo ma fondamentalmente traguardo.

Ho una piccola riflessione da fare. Noi tutte cerchiamo di dare merito con un bravo o una carezza ai nostri bimbi quando fanno nuove scoperte, come gattonare, o dire le prime paroline. Ci dimentichiamo però che i grandi passi verso l’autonomia partono da queste piccole cose, come imparare a bere.
Per questo io e mio marito siamo sempre pronti a dargli merito di ogni suo piccolo ma grande traguardo. #chicco #chiccocups #tazzeevolutive #ad

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