La mia gravidanza è stata difficile per tanti motivi. Uno tra questi è stato dover convivere con il diabete gestazionale già dal primo mese: avevo la glicemia a 95, e questo è stato sufficiente per entrare di diritto nel club delle diabetiche.

Sotto consiglio del mio ginecologo ho quindi fatto subito la curva glicemica: consiste in tre prelievi di sangue a distanza di un’ora l’uno dall’altro. Il primo, a digiuno, è seguito dalla somministrazione di 75 gr di glucosio (per riuscire a berlo tutto mi sono tappata il naso; all’ospedale sono pure soliti allungarlo con l’acqua – peggio ancora!). Dopo un’ora viene eseguito un nuovo prelievo e dopo due ore un terzo prelievo di sangue.

Considerando le mie nausee schifose che mi son portata fino alla fine della gravidanza… chiamiamola una piccola tortura che comunque tutte le donne in gravidanza affrontano. Solo che io l’ho dovuta fare ben 3 volte: la prima al primo mese, la seconda come di prassi intorno al quinto mese, la terza a pochi mesi dal parto.

Durante la prima visita al centro anti diabetico mi hanno fornito il necessario per controllare in autonomia il livello della mia glicemia: il kit comprendeva il glucometro, le strisce, gli aghi, e un diario sul quale appuntare giornalmente i valori dopo 1 ora e dopo 2 ore da ogni pasto (per un totale di almeno 6 buchi nelle dita al giorno).

Premetto che fortunatamente sono riuscita a gestire fino alla fine il mio diabete con la sola dieta alimentare: ho eliminato completamente gli zuccheri, quindi addio a ogni tipo di dolce, gelato, biscotti, prodotto da forno, etc…

Impiegavo secoli a fare la spesa perché per ogni prodotto dovevo leggere i valori degli zuccheri presenti sulle etichette.

Gli zuccheri sono praticamente dappertutto, quindi anche un semplice panino, un piatto di risotto o la mia tanto adorata pizza, facevano andare la mia glicemia alle stelle.

Per una buona forchetta come me ammetto che non è stato semplice, considerando anche che d’estate, a 40°, una avrebbe anche voglia di rinfrescarsi con un buon gelato. E invece no!! Resistevo e sapevo di essere bravissima, perché lo facevo per il mio bimbo.

I rischi del diabete gestazionale infatti non sono da sottovalutare: per il bambino, il diabete gestazionale può provocare sofferenza fetale e problemi alla nascita legati sia al parto, sia ad un mal adattamento metabolico con gravi rischi di ipoglicemia, perché viene all’improvviso privato dei livelli di zuccheri a cui era abituato. Poi c’è il rischio che il bimbo possa crescere troppo durante la gravidanza e la conseguente possibilità di un parto prematuro.

Personalmente con Oliver ho riscontrato il problema opposto: dal settimo mese ha avuto un blocco di crescita e ho  avuto anche una minaccia di parto prematuro (io comunque non faccio testo in quanto sono emerse altre problematiche post parto).

E’ nato a 38 settimane: pesava 2,650 kg, è stato in incubatrice un po’… ma stava bene.

Il mio dunque non era un diabete da insulina, ma stavo davvero molto, molto attenta a ciò che mangiavo perché avevo preso questo impegno con molta serietà, cosa che dovrebbe fare ogni mamma… invece, purtroppo, sento spesso la frase “sono incinta e devo soddisfare le mie voglie, che sarà mai uno sgarro ogni tanto”. Certo, un piccolo strappo alla regola OGNI TANTO, ci può stare. Io dopo un piatto di risotto alla zucca (poco indicato per gli zuccheri sia di riso che di zucca), mi facevo mezz’ora di cyclette per abbassare più velocemente la glicemia. Anche l’attività fisica, dove possibile, è salutare per il diabete.

Quindi, future mamme diabetiche, resistete agli zuccheri, ce la potete e dovete fare!!

Io mi facevo coraggio pensando ai diabetici che convivono con la malattia vera e propria e rinunciano necessariamente a tutto ciò da sempre. Che volete che siano in fondo 9 mesi?

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